Recensione del prof. Angelo Calabrese
" ... Lorenzo Basile, partito dall’arte come certezza di riferimenti, desunti dagli spazi naturali o interpretati dai grandi maestri ... ha amato la sostanza della vita nelle presenze naturali, nelle cose comuni, nel sentimento che la cultura dell’uomo deve poter cogliere per chiarirsi nel tempo che s’infutura. Della sua passione naturalistica espressiva, anche nelle soluzioni allusive alla geometria, permane il vigore cromatico. Lo ritroviamo dove emerge il momento patico e dove quello ludico ammicca in piena dolorosa ironia. Lo ritroviamo nei grovigli di una sorta di dripping, nei cui garbugli s’intriga la vita. Lo ritroviamo nei riverberi di una tentazione di cubismo analitico, che si risolve nei frantumi di uno specchio nei quali si rinnova ossessivamente il dato ineluttabile... questa condizione lo fa interprete di passioni in frammenti e spazi ludici nei quali le forme inventate- giocate, vale a dire soggette al gioco della vita che, per sua natura, si fa gioco delle creature, specie nelle stagioni dei sogni e dei desideri, si giustappongono e quasi provocano, chi è di fronte a quel precario assetto, a mutarne le sorti, a rimettere tutto in gioco... "
Angelo Calabrese [Critico d’arte e giornalista]
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