NO WAR

mista, tela, 2024

Questo dipinto è un urlo visivo contro la guerra, un'opera che travolge lo spettatore con il suo caos emotivo e la sua intensità cromatica. Le figure umane, frammentate e sovrapposte, sembrano dissolversi l’una nell'altra, esprimendo smarrimento e sofferenza collettiva. I colori parlano prima ancora delle forme: il giallo, solitamente simbolo di luce e speranza, qui appare febbrile e aggressivo; il blu e il viola evocano angoscia e desolazione; il rosso pulsa come una ferita aperta.  Le mani alzate sono sia un gesto di difesa che di disperata richiesta d’aiuto, mentre gli occhi delle figure, vuoti e inespressivi, trasmettono una silenziosa impotenza. Le scritte STOP e NO WAR,incise quasi con urgenza sulla superficie, rafforzano il messaggio,trasformandolo in una dichiarazione senza tempo contro la brutalità del conflitto. 

 L’opera non si limita a rappresentare un contesto bellico, ma scava nella psiche umana, mostrando gli effetti psicologici della guerra. La scomposizione dei corpi e dei volti suggerisce una perdita dell’identità, una mente lacerata dal trauma, incapace di distinguere tra il sé e il dolore collettivo. Non c’è quiete né risoluzione in questa composizione, solo una tensione sospesa, come un’eco di sofferenza che continua a risuonare. 

Questo dipinto è più di una semplice denuncia visiva: è un viaggio nell'anima ferita dell’umanità, un ritratto del dolore interiore che la guerra lascia dietro di sé. La sua forza espressiva non sta solo nei colori e nelle forme, ma nella sua capacità di far sentire il peso della sofferenza umana, trasformando l’arte in un testimone muto ma potente della tragedia.

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